Ex Caffaro: Sito di Interesse Nazionale. Brescia e i PCB

Il DM del 24 febbraio 2003 ha definito il perimetro dell’area Caffaro, azienda appartenente al Comune di Brescia, Sito di Interesse Nazionale (SIN) da sottoporre ad interventi di caratterizzazione, di messa in sicurezza d’emergenza, bonifica, ripristino ambientale e attività monitoraggio relativamente ai terreni, alle rogge, alle discariche e alla falda.

Attività di caratterizzazione: è l’insieme delle attività che permettono di ricostruire la contaminazione delle diverse matrici ambientali in modo di poter prendere decisioni sugli interventi da effettuare

Attività di messa in sicurezza d’emergenza: è ogni intervento immediato o a breve termine da mettere in opera nelle condizioni di emergenza che serve a contenere la diffusione le sorgenti primarie di contaminazione e impedire il contatto con le altre matrici del sito in attesa o di una bonifica o di una messa in sicurezza permanente.

Attività di bonifica: sono gli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse a un livello uguale o inferiore ai valori di limite fissato dalla normativa (D. Lgs. 152/06 Parte IV Titolo V)

Attività di ripristino ambientale: si intendono gli interventi di riqualificazione ambientale e di paesaggistica che consentono di recuperare il sito per tornare ad essere di nuovo fruibile.

Nel corso degli anni, gli studi dell’ARPA ((Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente)), hanno evidenziato che le indagini ambientali effettuate non potevano essere limitate alla sola zona perimetrata dell’azienda chimica Caffaro e quindi sono state estese ai territori più a valle del Comune di Brescia. Ciò ha individuato che anche i Comuni di Flero, Castelmella e Capriano del Colle risultano inquinati. La stima ottenuta da ARPA di volume di terreno inquinato dall’attività della Caffaro , è pari a 3.170.000 m3. L’azienda chimica responsabile dell’inquinamento ha iniziato la sua attività agli inizi del Novecento per la produzione di soda caustica, fitofarmaci e pesticidi. A partire dagli anni ’40 ha avviato la produzione di PCB fino a quando la loro produzione è stata posta al bando nel 1984 in quanto considerate sostanze cancerogene. La contaminazione dei terreni anche delle zone non prossime al sito della produzione chimica di PCB è dovuta agli scarichi di Caffaro nel sistema dei vasi irrigui e da questi veicolati nei campi tramite l’irrigazione. Inquinate risultano essere anche le acque sotterranee a causa delle infiltrazioni dal terreno.

PCB è l’acronimo per indicare i Policlorobifenili, sostanze chimiche prodotte tramite processi industriali per vari usi commerciali tra cui principalmente come componenti di fluidi dielettrici. Godono di importanti proprietà commerciali in quanto sono resistenti al calore, ai prodotti chimici, hanno bassa infiammabilità, sono idrofobici ect.

I PCB è una classe di idrocarburi clorurati costituiti da una molecola di bifenile sostituito da un numero di atomi di Cloro che variano da 1 a 10. Le diverse combinazioni di molecole che si possono creare a seconda del numero e dalla posizione occupata dagli atomi di Cloro danno luogo a 209 combinazioni differenti. La tossicità dei PCB dipende dalla posizione degli atomi sulla molecola.

I PCB fanno parte del gruppo delle sostanze classificate come inquinante organico persistente (POP) ((Persistent Organic Pollutants)) per la loro tossicità umana, per la persistenza in ambiente, per la bioaccumulabilità ((Bioaccumulo: fenomeno di accumulo irreversibile di una sostanza nei tessuti degli organismi viventi)) e disponibilità al trasporto su lunghe distanze. Sono composti chimici molto stabili, scarsamente insolubili in acqua, resistenti alla degradazione chimica, fisica e biologica.

I PCB sono considerati contaminanti ambientali perché si accumulano nella componente organica dei suoli e possono sedimentarsi sui vegetali e sui raccolti entrando nella catena alimentare dell’uomo che li assume soprattutto attraverso il consumo di grassi animali. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha classificato tutti i PCB tra i cancerogeni umani, con un’evidenza ritenuta “sufficiente” per il melanoma, un tumore maligno della pelle, e “limitata” per i linfomi non-Hodgkin e il cancro della mammella femminile, mentre non vi sono dati sufficienti per gli altri tumori. Inoltre i PCB sono da considerarsi come “interferenti endocrini”, ovvero sostanze in grado di interferire con il normale funzionamento delle ghiandole endocrine.

Dalle indagini effettuate da ARPA è emerso che il suolo nell’area dello stabilimento della Caffaro e nelle immediate vicinanze presenta valori fino a migliaia di volte al di sopra dei limiti di legge. A circa 10 km dal sito invece alcune zone risultano avere concentrazioni di PCB superiori di 50 volte rispetto al limite di legge.

caffaro

La società responsabile dell’inquinamento non è in grado di far fronte agli oneri di bonifica del territorio inquinato in quanto è una società in stato di liquidazione. Il danno ambientale complessivo è stato stimato essere pari a circa 1.5 miliardi di euro.